ANNUNCIO E MORTO IL CAPO DELLA MAFIA MATTEO MESSINA DENARO

by Gossip Leggo

È stato arrestato lo scorso 16 Gennaio, dai carabinieri del Ros, dopo 30 anni di latitanza, Matteo Messina Denaro mentre era in day hospital alla clinica Maddalena di Palermo, dove si era presentato con un’altra identità, con il nome di Andrea Bonafede.

 

Quando i carabinieri sono entrati nella struttura il boss non oppose resistenza. Alla domanda «come ti chiami?», ha ammesso subito la sua identità, rispondendo «sono Matteo Messina Denaro». le condizioni di salute del boss, affetto da un tumore, sono precipitate. Il capomafia 62enne, arrestato il 16 gennaio scorso, è ricoverato nel reparto detenuti dell’ospedale dell’Aquila. I medici hanno sospeso l’alimentazione.

 

Messina Denaro era sottoposto alla terapia del dolore per il tumore al colon giunto al quarto stadio da cui era affetto. Il 12 settembre scorso, con l’aggravarsi delle condizioni, si erano recate a l’Aquila la figlia Lorenza Alagna – che di recente ha chiesto di potere avere il cognome del padre – e la sua legale e nipote, l’avvocata Lorenza Guttadauro. La figlia lo ha potuto vedere seppure con le misure di sicurezza.

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Dopo l’arresto: “Non mi pentirò mai”

Dopo l’arresto del 16 gennaio, Messina Denaro, nel corso di un interrogatorio con il procuratori di Palermo Maurizio De Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido, disse: “Io non mi farò mai pentito”. Nello stesso interrogatorio, il cui verbale è stato depositato oggi, il boss negò di aver commesso stragi e omicidi e di aver trafficato in droga, ma ammise di aver avuto una corrispondenza con il capomafia Bernardo Provenzano. Messina Denaro aggiunse: “Non voglio fare il superuomo e nemmeno l’arrogante, voi mi avete preso per la mia malattia”. Il capomafia raccontò che, fin quando ha potuto, ha vissuto rinunciando alla tecnologia, sapendo che sarebbe stato un punto debole. Ma poi ha dovuto cedere.

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Sull’omicidio del piccolo Di Matteo: “Non c’entro”

“Io mi sento uomo d’onore ma non come mafioso. Cosa nostra la conosco dai giornali. La mia vita non è stata sedentaria, è stata una vita molto avventurosa, movimentata”, disse ancora Messina Denaro, ammettendo la latitanza e di aver comprato una pistola, ma di non averla mai usata e di non aver fatto omicidi e stragi. Omicidi come quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio del pentito rapito e sciolto nell’acido, su cui Messina Denaro ha voluto sottolineare la sua innocenza: “Una cosa fatemela dire. Forse è la cosa a cui tengo di più. Io non sono un santo…ma con l’omicidio del bambino non c’entro”.

Le offese a Falcone

Commentando le chat audio in cui, fermo nel traffico congestionato nel giorno delle commemorazioni della strage di Capaci, imprecava, Messina Denaro disse ai pm: “Io non è che volevo offendere il giudice Falcone, non mi interessa… Il punto qual è? Che io ce l’avevo con quella metodologia di commemorazione. Allora, se invece del giudice fosse stato Garibaldi, la mia reazione sempre quella sarebbe stata, perché non si possono permettere di bloccare un’autostrada per decine di chilometri: cosi vi fate odiare”.

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La malattia di Messina Denaro

Malato di tumore, Messina Denaro, dal giorno del suo arrivo nel penitenziario abruzzese, è stato curato con cicli di chempioterapia a cui è stato sottoposto in una stanza appositamente creata per lui. Nelle scorse settimane il capomafia aveva subito un piccolo intervento per problemi urologici ed era però rientrato nell’istituto di pena in giornata.

 

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